PROLOGO: Da qualche parte
in Transia, Europa
“Com’è andata?” a porre tale
domanda fu un uomo-lupo. Una creatura dal pelo rossiccio e gli occhi castani, vestita
di una robusta armatura smeraldina con una cappa sanguigna. Il suo muso
sembrava incapace di uscire da una perenne espressione cupa, che metteva
alquanto a disagio i suoi interlocutori che non lo conoscessero.
E, in effetti, la figura che
emerse dalla cabina di teletrasporto, colui noto a tutti come l’Uomo Ragno,
non poteva dire di conoscere affatto colui che lo aveva appena aiutato a
chiudere molti punti importanti della propria vita. L’Uomo Ragno non conosceva
affatto il bestiale Karnivore. Anche se si erano sostenuti a vicenda
contro il sinistro Dottor Glitternight[i], l’uomo sotto la
maschera non poteva dimenticare quando il suo strano ‘alleato’ era stato un
implacabile nemico sotto le spoglie del Seminatore di Odio[ii]. E, per quanto la
mente del Ragno potesse essere comunque aperta -lo sapeva Dio che ne aveva
visto redimersi, di avversari- c’era qualcosa nel lupo che gli faceva drizzare
i capelli!
L’Uomo Ragno avanzò nella
stanza. La tecnologia di quel posto era al di là della sua comprensione, così
come il ‘fucile’ che reggeva sulla spalla. Con quell’arma, tuttavia, era
riuscito a liberarsi, con un po’ di fortuna per sempre, della sua nemesi Venom[iii]. “Non poteva
andare meglio, pelosone. Il simbionte è letteralmente tornato al suo stato precedente
al nostro primo incontro. Piuttosto, come procede la…uhm, ‘rimozione’..?”
Ripensandoci, l’idea di avere chiesto al lupo di interferire con i ricordi di
amici e nemici per proteggere la propria identità gli dava un certo
fastidio…Ma che scelta aveva? Ormai lo sapevano in così tanti che tanto valeva
metterla sull’elenco telefonico! E tutti i suoi amici correvano dei rischi
pazzeschi: era già un miracolo che non ci fosse scappato il morto…
Karnivore prese l’arma.
“Purtroppo, non è andata come speravo. Alcune di quelle persone possiedono
ricordi che risalivano a molti anni fa. Eliminare in toto quei ricordi
avrebbe significato alterare in modo radicale le loro stesse personalità. Una
lobotomia mnemonica avrebbe danneggiato seriamente le loro menti. Ho potuto
solo seppellire l’associazione fra il tuo nome e la tua identità segreta…Una
misura valida fin quando un trauma o un’intrusione-psi non interferiranno.”
Dentro di sé, Peter Parker
sospirò. Quello che temeva non si era avverato, ed era già qualcosa. Per quanto
ne sapeva, Karnivore poteva davvero avere agito in modo lesivo, senza riguardo
per la dignità umana…
Scosse la testa -che razza di
pensieri gli stavano venendo?? Stare vicino a quella creatura era come stare
vicino a qualcosa di negativo!
“Preparati per il ritorno a
casa,” disse Karnivore, indicando la cabina di teletrasporto. L’Uomo Ragno vi
tornò dentro. Un tocco di pulsante, e la sua figura scomparve.
Karnivore annuì, soddisfatto.
Si diresse alla stanza dove custodiva l’evoluzionatore, e lo ripose al suo
alloggio nella parete. Ancora poco, e poi si sarebbe riunito al suo branco, in
Canada[iv]…
In quel momento gli strumenti
impazzirono! Gli allarmi risuonarono per tutta la base. Intrusi! Il lupo
evoluto fece volare le mani su una serie di pannelli. Sembrano essere
ovunque, ma la base è vuota! Come è poss*!*
“Bentrovato, cacciatore. Ho
bisogno di te.”
Voltò la testa, ma non vide
nessuno. La voce, però non l’aveva immaginata! Alle sue sensibili orecchie,
aveva un tono così mostruoso da rivaleggiare con quello del nemico del Popolo, Thulsa
Doom. Era una voce crudele, la voce di un essere senz’anima!
Poi, Karnivore fu avvolto
dalla luce, e scomparve!
MARVELIT presenta
di Valerio Pastore
Episodio 1 - LA LUCE ALLA FINE DELL’OSCURITA’
La Zona Blu, Luna
Procedeva lungo strade
costellate dai resti di una civiltà che fu, protetto dall’atmosfera di tipo terrestre
di quella peculiare area geografica di un mondo morto. La sua figura era
interamente avvolta da un ampio mantello rosso e tenuto su, al colletto, da una
spilla a forma di teschio stilizzato. Le sole parti visibili del suo volto
erano la mano dalla pelle dorata intenta a reggere un lungo bastone finemente
intagliato, e il volto. Un volto impassibile, scevro di emozioni, dalla pelle
dorata. I suoi occhi erano accesi di una grande forza interiore, la forza
necessaria a dominare il grande potere dell’umile gioiello ovale che splendeva
in mezzo alla fronte: la verde Gemma dell’Anima.
Quando nacque, creato
dal freddo ventre della scienza, era chiamato solo Lui. Tempo dopo, e da
allora e per sempre, nascita dopo morte dopo rinascita, egli era Adam Warlock.
Per ora, si era designato a salvatore del mondo. In un futuro lontano e
possibile, egli diventerà un tiranno, un conquistatore in preda al suo lato più
oscuro…
Ma il tempo era
imprevedibile, e per ora Adam desiderava solo restare in solitudine, pensare ed
organizzare i dettagli della sua strategia.
Purtroppo, non avrebbe
avuto un simile lusso: la gemma brillò spontaneamente. Adam riconobbe il tono
della sua ‘voce’, la gioia di avere ritrovato un vecchio amico.
Un momento dopo, davanti
a lui, dal nulla, senza neppure un bagliore di energia, egli apparve.
Suo ‘padre’, nella sua armatura bianca e rossa. Il guscio di un uomo, un
simulacro per rappresentare un dio. L’Alto Evoluzionario.
“Cosa desideri?” chiese
Warlock
“Per me, niente. Sono
qui per avvertirti.”
Un tempo, Adam aveva
considerato quest’uomo con rispetto, come un padre, ed aveva combattuto per
proteggerne il lavoro. Col tempo, invece, ne aveva scoperto la fondamentale
arroganza, i deliri di onnipotenza mitigati solo, ironicamente, dalle sue meno
umane creature.
Gli occhi di entrambi si
fissarono a vicenda. “Avvertirmi di cosa?”
“Il Conte Abyss è
tornato, ed ha rapito l’Uomo Bestia, colui che ora si fa chiamare Karnivore.”
Una notizia che, seppur pronunciata con distacco, fu come un fulmine a ciel
sereno. Il volto di Adam Warlock si corrugò -il lupo ed il mostro, un predatore
dall’anima corrotta ed uno senza l’anima! Nessuno dei due era facile da
sconfiggere, individualmente; insieme…
“Devi aiutare mio
figlio, Adam. Per favore.”
*?* Per un momento,
l’angelo dorato non fu sicuro di avere sentito bene! Poi, pensò di trovarsi di
fronte al simulacro di un ben altro individuo…ma la Gemma dell’Anima non poteva
essere imbrogliata…Allora, perché una simile richiesta? Fin dal giorno
della sua rinascita come il culmine vivente dell’evoluzione della sua specie,
l’Uomo Bestia era stato il più dedicato nemico di suo ‘padre’ e del suo lavoro,
arrivando a compiere orribili stragi sulla prima contro-Terra, per poi
minacciare la Terra stessa pur di uccidere Warlock e soddisfare il suo
inesauribile odio…
“Evolversi, Adam,
significa anche riconoscere i propri errori, ed io ne commisi uno terribile con
Karnivore. Quando egli era un semplice lupo, un capobranco, feci sterminare
tutto il suo branco, la sua famiglia, per testare la sua forza ed evolverlo a
Cavaliere di Wundagore. Nel suo odio, ha cercato solo di restituirmi colpo su
colpo.
“Incapace di
comprenderlo, incapace di comprendere le dimensioni della mia mancanza
d’umiltà, ho preferito la guerra alla pace, ed ho delegato te a combatterlo.
Sono fuggito dal mio errore, anziché scegliere di affrontarlo.”
“Questo non nega che
l’Uomo Bestia sia sceso ad un livello oltre ogni redenzione, per…”
“Saresti sorpreso di
sapere che la sua scalata verso la redenzione è iniziata, e viene percorsa con
costanza. Durante il nostro ultimo scontro[v],
ho visto nella sua mente, nel suo cuore, e ho deciso di aiutarlo. Lo feci
tornare lupo per restituirgli una felicità da troppo tempo negata, e solo una
serie di circostanze avverse lo ha costretto a tornare evoluto insieme al suo
compagno.”
“Il suo..?”
“Il suo ultimo piano non
era mirato ad uccidermi, ma ad impossessarsi dell’energia del mio Isotopo E.
So che se il suo obiettivo fosse stato la mia vita, sarei morto.
“L’ho perdonato, Adam, e
ho perdonato me stesso. Lo sto osservando, e so cosa sta facendo per sé e per
la sua gente. Il suo rancore è ancora forte, ma è incanalato verso un nobile
scopo. Ti chiedo di non sprecare quest’unica opportunità perché anche tu possa
perdonarti, Adam.”
“…”
“Hai un potere
formidabile, Adam, anche senza la Gemma. Ed entrambi sappiamo che non ti sei
mai curato di entrare nel dolore che ha alimentato l’odio del lupo. Con la
Gemma, hai raggiunto la purezza interiore di molti tuoi nemici ed assassini.
Hai guardato dentro il cuore nero di Thanos, ed hai saputo, seppure per
poco, metterlo di fronte a sé stesso.”
“Thanos ha dovuto
accettare la verità, ma la sua decisione di assistermi è nata dai suoi tortuosi
schemi mentali.”
“Con l’Uomo Bestia non
hai cercato, Adam. Hai ceduto al fascino oscuro del lupo, così come feci io. Lo
abbiamo dato per scontato, e questo ha portato avanti un conflitto di principi.
Alla fine, ironicamente, proprio un altro lupo evoluto da me ha estinto il suo
odio. Ha sbagliato ha fatto cose molto gravi, ma quel tempo è passato.
Condannarlo non solo non riporterà indietro le sue vittime, ma sprecherà
un’occasione unica.”
“Farà giustizia alla
memoria delle vittime, e ne preverrà altre. L’odio del lupo è qualcosa che per
intensità non ho mai incontrato, pareggiato solo dall’oscurità del mio sé
oscuro, il Magus. Dubito seriamente che si possa parlare di redenzione.
Come posso essere sicuro che la tua richiesta non sia un altro egoistico
tentativo di pulirti la coscienza a spese di qualcun altro?”
“È
molto semplice, Adam: non puoi saperlo.” E, detto ciò, scomparve, lasciandosi
dietro un uomo pieno di domande e pochissime risposte.
Altrove, a una
dimensione di distanza, in una grande sala in marmo bianco, lunghi drappi e
fregi dorati, la transizione ebbe termine. Fu talmente rapida da lasciarlo
interdetto…ma solo per un momento. L’istante successivo, Karnivore era già
pronto alla battaglia, teso, i sistemi dell’armatura pienamente opera*!*
L’armatura andò in
pezzi! Fu letteralmente scomposta, e tirata via dal suo corpo rimasto nudo ed
indifeso.
“Così va meglio,” disse
la stessa voce. Karnivore si voltò verso di essa, e snudò le zanne, emettendo
un ringhio orrendo.
Il suo nemico era
un’ombra dotata di solidità, un corpo assolutamente nero, vestito di un’armatura
argentea drappeggiata di argento frontalmente e con un ampio mantello rosso
stracciato. Un elmo d’argento copriva la testa ma non il volto. Portava stivali
argentei e bracciali aperti dorati. Nei suoi occhi scintillanti, come nel suo
sorriso, le uniche cose visibili della sua testa, si leggeva una crudeltà senza
limiti. “Non hai bisogno di sprecare le tue forze con me, cane. Permettemi di
presentarmi: io sono il Conte Milos Abyss. Sono il…padrone di casa, tuo
anfitrione e padrone.”
Peggiore scelta di
parole non poteva essere fatta! “Un lupo non ha padroni, umano!” e
accompagnò quella parola con un colpo mentale, istantaneo, riversandovi tutta
l’ostilità per la specie bipede! Il Conte Abyss fu sbattuto all’indietro come
un pupazzo, rovinando contro la parete.
“Marito mio!” una
donna dai biondi capelli emerse dalle tende alle pareti. La femmina indossava
un abito leggero, bianco, composto di una tunica senza maniche ed una gonna
lunga. Il suo occhio destro era circondato da una corona metallica che terminava
in un’ala finemente incisa. La donna si chinò su Abyss, che però si stava già
rimettendo in piedi da solo. “Lascia stare, mia cara Maya. Mi aspettavo
una reazione da questa creatura, ma ammetto che è più forte di quanto
pensassi. Il che mi va benissimo.”
“Sono il culmine
evolutivo della mia specie, Abyss. Chi mi ha sottovalutato, se ne è sempre
pentito. Ed ora, riportami*!*” una specie di bolla lo avvolse. Le sue parole
gli morirono in gola. Iniziò a tempestare la sua prigione di colpi, ma senza il
minimo effetto.
“Puoi risparmiare gli
sforzi, Karnivore,” disse Abyss. “Nessun potere o sforzo fisico ha effetto su
quella barriera. Conosco bene i tuoi poteri, ho osservato la tua cronistoria
con attenzione, e neppure il tuo stato semidivino può esserti di aiuto. Perciò,
drizza le orecchie ed ascoltami bene, perché non intendo ripetermi.
“Devo il mio potere e la
mia esistenza a un…essere peculiare, il Zalkor, una bestia invincibile che dà
forma ad ogni mio desiderio. Con il suo aiuto, ho conquistato quest’intera
dimensione, e ne conquisterò altre. Purtroppo, la sola ragione per cui il
Zalkor ha forgiato la sua alleanza con me è perché lo rifornissi di un pregiato
alimento, lo Skrimblatt, una sorta di droga legata alla sua onnipotenza.
“Si tratta di un accordo
solo in apparenza vantaggioso. Dipendo troppo da quel sacco di carne obesa, una
condizione da cui intendo affrancarmi.
“Ed è qui che entri in
gioco tu: voglio che tu costruisca un evoluzionatore, solo per me, per portarmi
allo stato di divina autonomia. Se riuscirai con pieni voti, potrò garantirti un
desiderio. Uno qualunque. Hai dei nemici di cui non vedi l’ora di liberarti?
Sarà fatto. Brami l’eternità insieme al tuo amato? L’avrai. Non ci sarà limite
al mio potere, tranne la mia immaginazione.”
Abyss
fece un cenno, e la prigione fu dissolta. “Basta perdere tempo, adesso. La tua
risposta?”
La
risposta? La ebbe quando si trovò a fissare gli occhi del lupo. Virtualmente
onnipotente o meno, Milos Abyss era basicamente umano. Essere extradimensionale
o meno, la maledizione di Thulsa Doom valeva per ogni essere umano. Fissò gli
occhi, e ne fu prigioniero. Ipnotizzato. Ne fu spaventato.
Senza
staccare gli occhi di dosso dalla sua preda, Karnivore si avvicinò. Non aveva
bisogno della sua armatura, quella era solo un’ulteriore misura di sicurezza, e
la donna di nome Maya se ne stava immobile, vittima delle ondate di odio
emanate dalla persona di lui. Era bello non avere perso il tocco.
Giunto
di fronte ad Abyss, pose le mani sulle sue tempie. “Come ho già detto, Conte, i
lupi non hanno padroni. Ma questo lupo sarà felice di prendere il tuo
posto come signore di questo regno, in nome del Popolo…”
La
mano della donna scattò! In condizioni normali, Karnivore avrebbe potuto
evitarla, ma era rimasto troppo sorpreso per farlo. Senza l’armatura, subì in
pieno, alla base del collo un colpo inflitto con una forza superiore a quanto
ci si potesse aspettare da una figurina così eterea. Karnivore crollò a terra
con un uggiolio, e lì rimase, semiparalizzato.
Abyss
si scosse dall’incantesimo; respirava irregolarmente, mentre si alzava in
piedi. “Devo dedurre che volesse dire ‘no’. Tanto peggio per te e per i tuoi
cari, stupida bestia. Dovrò cercarmi qualcun altro. Nel frattempo, in un modo o
nell’altro, tu mi servirai!” Caricò una mano di energia, e la calò sul collo
del lupo! Karnivore urlò, mentre ogni sua fibra veniva percorsa da un dolore
indicibile. Il suo corpo sembrò illuminarsi…ma non successe altro.
“Cosa..?”
Karnivore
si mise in ginocchio. Ridacchiò. “Tu hai cercato di corrompermi, di
alterare la mia natura…Ma hai fatto male i…tuoi…conti. Sono un lupo, sono puro.
Neppure il tocco dell’Inferno stesso può cambiare quello che sono. E il mio
odio mi dà una forza superiore ai tuoi patetici tentativi di piegarmi al tuo
volere.”
Milos
ammirò il suo coraggio. Le sue condizioni erano di netta inferiorità, ma non si
piegava…Pazienza, voleva dire che lo avrebbe disintegrato, o fatto a pezzi…no,
era troppo poco. Lo avrebbe fatto, e lentamente, ma dopo averlo scuoiato
vivo…
Un
colpo di energia dritto allo stomaco lo mandò al tappeto!
“Tu!” Disse Maya.
“Non
posso dire di essere felice di rivedervi,” disse Adam Warlock, la gemma accesa
di un fuoco smeraldino. “Francamente, speravo di essermi liberato di te, Abyss.
Ma neanche credo nei miracoli.”
“Pessima
idea,” disse Abyss. “Perché qui essi sono la norma!” Ad un suo comando
mentale, la realtà intorno ad Adam Warlock impazzì. Le geometrie, il
tempo, la coerenza -una mente mortale non era pronta per una follia che avrebbe
messo a dura prova un dio…
Ma
Warlock, proprio perché non lo era, si trovava ad uno stadio superiore.
La sua mente aveva espulso bene e male, aveva conosciuto la Morte, ed aveva
gestito l’onnipotenza, senza contare che doveva continuamente tenere sotto
controllo la grande forza di una Gemma dell’Infinito. La prima volta che Abyss
lo aveva combattuto, lo aveva colto di sorpresa. Non sarebbe successo di nuovo.
Warlock
agitò il bastone, e la distorsione fu domata! “Ogni anima possiede un vasto
potere, è il centro di ogni magia. E nella mia gemma vi è il potere di infinite
anime. E per questo, tu, essere senz’anima, sei destinato a perdere.”
“Forse
sì, forse no. Toglimi una curiosità, stregone: sei pronto a sacrificare gli altri
in nome della tua superbia?” Espresse il suo desiderio, e la sua mente riformò
l’intero ambiente, trasformandolo in un’arena! E al centro dell’arena, da soli,
stavano Warlock e Karnivore, ora di nuovo nella sua armatura.
“Ho
visto di meglio,” disse Warlock, contemplando gli spalti vuoti. Un attimo dopo,
dal suolo, iniziarono ad emergere le familiari figure distorte, orrende, dei
metademoni dell’esercito personale di Abyss.
E
il Conte in persona, affiancato dalla sua dolce moglie, stava sullo spalto
reale. “Hai ragione su una cosa, Warlock: ho dovuto sempre prepararmi in
anticipo per affrontarti. Sei un essere unico, capace di resistere a forze di
portata cosmica. Ma hai un punto debole: tu ti preoccupi delle vite
innocenti.
“Fra
queste creature ci sono due ostaggi che dovresti conoscere bene, Warlock: Darklore
e Merr’lyn, il suo familiare. E per quanto riguarda il compagno della
tua bestiale controparte, Sir Lupus, mi basta solo un gesto per
ucciderlo, con la stessa facilità con cui ho catturato Karnivore. La domanda è:
siete disposti a sacrificarli, per giungere a me?”
“Coinvolgerci
in un inutile scontro?” Warlock mosse appena la punta del suo bastone…Senza
effetto.
L’occhio
sinistro di Abyss scintillò. “Come ti avevo detto, una buona preparazione fa
differenza. Sto alterando sottilmente il tessuto della realtà intorno a voi in
continuazione, in modo da non potervi permettere di estendere il vostro potere
oltre le vostre persone. Come vedi, Warlock, i miracoli si possono fare. Hai
solo un modo per uscirne: uccidere i miei metademoni.” Abyss rise.
Warlock
guardò Karnivore. Per la prima volta nella sua vita, leggeva non tanto
un’esitazione, quanto una genuina angoscia nei suoi occhi. Angoscia non per un
piano fallito, o per un mancato obiettivo di conquista.
L’Uomo-Bestia,
l’assassino, il conquistatore, l’Alfa, l’avversario per eccellenza, aveva paura
per qualcuno! Un tipo di angoscia che lo stesso Adam provò, quando vide
innocenti ed eroi morire perché lui non era stato capace di aiutarli in tempo…
I
metademoni strinsero il cerchio. Ostaggi o no, Adam non li avrebbe comunque
combattuti a cuor leggero, men che mai ucciderli se non per liberarli dal
tormento -perché questi mostri erano vittime innocenti della crudeltà di Abyss,
uomini e donne trasformati per il suo tetro piacere…
“Avete
un’altra scelta, se proprio ci tenete,” disse Abyss. “Oggi mi sento generoso, e
vi concederò di uccidervi fra voi. Combattete, cari ospiti. Il vincitore, il
sopravvissuto, avrà il diritto di tornare indietro insieme al suo amico
liberato. Il mio piano può essere andato in fumo, ma non intendo uscirne senza
un minimo guadagno. Anche senza la sola minaccia di uno di voi, sarò
soddisfatto a sufficienza.”
Warlock
e Karnivore si scambiarono un’occhiata. “Ritira i tuoi demoni,” disse Warlock.
“Combatteremo.”
I
demoni, docilmente, si ritirarono per poi sprofondare nel suolo da cui erano
venuti.
“In
un certo senso,” disse Adam, “avevo aspettato questo momento. L’ultima volta
giurai che ti avrei ucciso. E ora ho una ragione in più per farlo.”
Karnivore
si tolse il mantello. “Non mi sono aspettato pietà quando iniziai la nostra
lunga guerra, e non me ne aspetto ora. E ne’ te ne concederò. Sir Lupus è parte
della mia anima, e morirò piuttosto che sacrificarlo.”
Gli
occhi dell’uomo perfetto fissarono quelli del lupo perfetto. Nessuno dei due
sguardi vacillò. “Che sia l’ultimo scontro, allora.”
Con
un ruggito, Karnivore si gettò su Warlock. L’armatura era spessa e robusta, ma
non lo impacciò minimamente nei movimenti. Adam accolse l’attacco staccando il
mantello, per poi gettarlo addosso al nemico. Il lupo fu disorientato; Adam lo
colpì con il suo bastone, mirando alla testa. Buona mossa, ma esecuzione
fregata dal sottoelmo: si udì un suono metallico ed un grugnito mentre
Karnivore crollava a terra. Il lupo rotolò agilmente, e rimettendosi in piedi
si liberò del mantello. “Tutto qui? Hai fatto di meglio.”
Warlock
si preparò, il bastone saldo in entrambe le mani.
Karnivore
spiccò un nuovo salto. All’apice del salto, unì le braccia sopra di sé, ed
iniziò a roteare su sé stesso per accumulare inerzia, e venne giù come una
trivella vivente. Adam conosceva la tecnica, e si preparò ad intercettare…ma la
sua reazione era stata prevista! Con riflessi degni della sua specie, uniti
alla conoscenza di tecniche di combattimento che neppure erano state inventate
dall’umanità, Karnivore atterrò con le punte dei piedi sul bastone!
Immediatamente dopo, sferrò un potente calcio alla mascella di Warlock,
piegandogli la testa all’indietro.
Karnivore
saltò in avanti, compì un arco perfetto ed atterrò alle spalle di Warlock,
pronto a sferrare un nuovo colpo con gli artigli dei guanti…Ma anche lui aveva
dimenticato che Warlock era il culmine dell’evoluzione umana. Mentre il suo
nemico preparava l’attacco, lui si era già ripreso, e, girando su sé stesso,
afferrò entrambe le braccia metalliche all’altezza dei polsi!
Stallo!
Abyss
era estremamente soddisfatto. In uno scontro puramente fisico, la vittoria del
biondo intruso era tutt’altro che scontata. Il tetro Conte vide la
determinazione con cui combatteva trasformarsi, progressivamente, in rabbia
atavica. Con un po’ di fortuna, Adam Warlock avrebbe riassimilato in sé il suo
lato oscuro, rendendolo malleabile all’influenza di Milos Abyss… “Cosa?”
L’arena
scomparve! Tutto scomparve, lasciandosi dietro solo il nero assoluto del
niente.
“Mio
signore..!” disse Maya, stringendoglisi accanto.
“Non
ora, stupida!” ringhiò lui, sbattendola da parte. Maledizione! Com’era
possibile? Quel sacco di carne non poteva sapere! Gli aveva dato
abbastanza Skrimblatt da tenergli la mente offuscata per almeno un millennio..!
“E
invece io so, Conte Milos Abyss,” disse una voce profonda, cavernosa,
echeggiante. “Io so delle tue nefaste intenzioni nei miei confronti, grazie,
per giunta a degli alieni. I tuoi pensieri mi sono giunti chiari, e
sappi che non ho intenzione di avere al mio fianco un traditore come gli
altri.”
“No…”
Milos indietreggiò, guardandosi intorno, spaventato. “Avevamo un patto, ed io
ho obbedito, potente Zalkor..!”
“Tu
desideri il potere e la tua piccola anima? Se è così che vuoi, così sia.
Tieniti la tua anima, insieme alla mia benedizione per la tua sorte: trovare il
potere non ti sarà facile, usando solo quella come mezzo, da solo.”
“NO!”
ma era inutile protestare, ormai. Il corpo di Milos Abyss fu restituito alla
semplice mortalità. Le sue carni nere si dissolsero come schizzi di inchiostro,
rivelando la mera umanità sottostante. E in un attimo fu finita.
Erano
di nuovo nel palazzo, e il re caduto singhiozzava in prossimità del suo trono.
Il suo sogno di conquista era terminato. Sua moglie, ora una vecchia donna
sfigurata ed avvizzita, se ne stava rannicchiata accanto ad una parete,
piangendo lacrime amare.
“Chiedo
scusa per averci messo tanto,” disse la bella Dragoluna, sospesa a
mezz’aria sopra Warlock e Karnivore. “Ma è stata una…sfida interessante,
riuscire a collegare i meandri di Abyss e dello Zalkor. Raramente ho incontrato
schemi mentali del genere, anche per il mio potere.”
“Sei
scusata,” disse Warlock, raccogliendo il mantello. “E ti ringrazio per essere
stato al gioco,” aggiunse al lupo.
Karnivore
fece uno sbuffo. “Sapevo che avresti fatto ricorso ai tuoi alleati. Sei
orgoglioso, Adam, ma non stupido.” Si chinò a sua volta a raccogliere il
mantello. Quando lo rimise sull’armatura, sentì un tocco sulla spalla.
“Ho
sondato la tua anima, prima di mostrarmi,” disse Warlock. La sua impassibilità
avrebbe fatto invidia alla Visione. “E mi dispiace di non averlo fatto prima.”
Karnivore
scostò bruscamente la mano. “L’unica volta che avresti potuto farmi un vero
favore, a te stesso e ad almeno due mondi, Adam, fu quando mi trasformasti tu
in lupo[vi].
E invece scegliesti di condannarmi ad essere cacciato, a rivivere il mio più
grande dolore per mesi, giorno dopo giorno…Non puoi immaginare come il mio odio
ne uscì rafforzato, umano. E se io sono colpevole del nuovo sangue versato, lo
devi anche alla tua arroganza.”
“…”
Dragoluna
li osservò fissarsi a distanza, e poi darsi la schiena.
Non
c’era bisogno di aggiungere altro. C’erano ferite, fra loro, distanze che forse
non avrebbero mai potuto essere colmate. Forse.
Perché oggi, per la prima volta, per un flebile momento, entrambi si erano reciprocamente conosciuti. Il passato e le memorie li avrebbero perseguitati a lungo, ma nei loro momenti di riflessione si sarebbero ricordati di avere combattuto l’uno per l’altro. E questo, per due creature che furono nemiche per la pelle, era da considerarsi un passo molto, molto importante, per un futuro che finalmente aveva una promessa...